sabato 21 dicembre 2019

La tregua del Natale 1914

Tutto nacque con una musica, il famoso canto di Natale Stille Nacht.
Siamo agl'inizi della Prima Guerra Mondiale, e i soldati tedeschi in trincea espongono i primi alberi di Natale, la notte della Vigilia, una notte speciale per milioni di famiglie, dove tutto può succedere.
Dall’altra parte del filo spinato si trovano i militari britannico-francesi, che odono le canzoni cantate dai loro rivali. Le ascoltano e non possono fare altro che commuoversi.
Da un reticolato all’altro, incredibilmente, iniziano a scambiarsi non pallottole ma auguri di Natale.
Questo famoso episodio è stato soprannominato la Tregua di Natale. La Prima Guerra Mondiale era cominciata da 5 mesi, il tempo che basta per seppellire già un milione di morti. Il 7 dicembre 1914, il Papa Benedetto XV avanzò la proposta di sottoscrivere una tregua natalizia tra i governi belligeranti, chiedendo che “i cannoni possano tacere almeno nella notte in cui gli angeli cantano”, richiesta che tuttavia fu ufficialmente respinta.
Sul fronte Occidentale, il Belgio, allora invaso dalla Germania, è diventato un vero e proprio campo di battaglia. E’ la famosa guerra di trincee, studiata da molti di noi sui libri di storia, dove migliaia di uomini erano stipati come topi in questi lunghi buchi fatti nel terreno, da dove uscivano soltanto per farsi massacrare. 
Una guerra straziante, un'inutile strage spinta soprattutto dalla massoneria internazionale, che influenzava e non poco i governi dell'Intesa, cui incredibilmente si associò l'Impero russo per la sua atavica "paura" della Germania, il che ne segnò la catastrofe e la susseguente instaurazione della più feroce tirannia che l'Europa abbia mai conosciuto, la più lunga impresa criminale della storia, il cancro comunista che metastatizzò di sé tanto mondo. Lo scopo della Rivoluzione europea, di cui all'epoca la suddetta massoneria era uno degli agenti principali, nella congiuntura era l'abbattimento degl'imperi centrali, eco storica della cristianità, specialmente quello absburgico, erede del Sacro Romano Impero, cioè della struttura prima religioso-culturale, poi politica, di quella civiltà cristiana cui la Rivoluzione giura odio implacabile.  
Ma poi giunse quella notte, un miracolo, non c’è dubbio, dove per alcune ore regnò una pace assordante. Quella notte sembrava soltanto un lontano sogno, che la luce solare avrebbe presto dissipato. Ma invece no. E solo il Natale cattolico, solo i canti che la fede autentica che ne segnava lo spirito aveva ispirato a popoli e artisti, avrebbero potuto, come poterono, spontaneamente senza alcun comando generare un fenomeno a tutt'oggi unico nella storia moderna (in quella pre-moderna le "tregue di Dio" - a Natale, come in altre solennità e tempi liturgici forti - erano codificate nello "ius in bello"). Fu una manifestazione del "resto" dell'Europa cristiana, viva più nei comandati che nei capi.
 
I collegamenti che seguono (nel primo c'è una parte che manca nel secondo, nel secondo una parte che manca nel primo) rimandano ad una fedele e commovente rappresentazione cinematografica ("Joyeux Noel") di quanto davvero accadde. 

https://www.youtube.com/watch?v=rFI5KKEo5NQ

https://www.youtube.com/watch?v=u9TFJHVibHY

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