mercoledì 30 settembre 2020

"Quando il pastore si trasforma in lupo...

 ...tocca anzitutto al gregge di difendersi" scrive dom Guéranger ne L'Année liturgique, in occasione della festa di san Cirillo (9 febbraio). Quando il vescovo Nestorio affermò, in cattedra, che il figlio di Maria non era "che un uomo strumento della civiltà", fu un semplice laico, Eusebio, a sorgere in mezzo all'assemblea per protestare contro questa bestemmia e questa empietà. Dom Guéranger spiega: "Normalmente la dottrina scende dai vescovi al popolo fedele, e i soggetti, nell'ordine della fede, non hanno da giudicare i loro capi. Ma nel tesoro della Rivelazione vi sono dei punti essenziali che ogni cristiano, per il fatto stesso di essere tale, deve conoscere e necessariamente custodire". Dunque, che ogni cristiano interroghi sé stesso circa questa necessaria conoscenza e custodia. Dom Guéranger aggiunge: "I veri fedeli sono uomini che, in tali congiunture [quando il pastore si trasforma in lupo e tradisce la sana dottrina (2Tm 4,3)], traggono solo dal loro battesimo l'ispirazione per la loro linea di condotta; non sono dei pusillanimi che, col pretesto specioso di sottomettersi ai poteri stabiliti, aspettano, per correre contro il nemico o per opporsi alle sue azioni, un programma che non è necessario venga loro dato". Un "programma"? Noi oggi diremmo un "mandato" .

Jean Madiran, pseudonimo di Jean Arfel [1920-2013], L'eresia del XX secolo, prefazione, trad it. Volpe, Roma 1972 [1968], pp. 14-15)

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