Forse si poteva fare qualcosa del genere. Certo sarebbe stata necessaria la volontà di cercare un modo per non privare i fedeli della Messa, dei sacramenti, dei funerali cristiani. E questa volontà - lo dicono i fatti - almeno ai vertici ecclesiali e civili non c'è, non c'era, non c'è mai stata.
Di seguito alcuni estratti, da un dotto articolo di Marco Rapetti Arrigoni pubblicato su
Breviarium.eu.
Era il tempo della peste del 1576-77, che sta (ovviamente allora) al coronavirus come un cancro ai polmoni con metastasi sta all'asma.
Le chiese non furono chiuse, l'assistenza sacramentale fu incrementata, le processioni penitenziali si svolsero, e se il popolo non poteva andare alla Messa (fu chiuso in casa su richiesta dello stesso presule - ma era la peste, ripeto, d'allora, cioè senza rimedio alcuno se non la robustezza degli anticorpi naturali), fu la Messa ad andare al popolo.