Da questo campo missionario, dove da mane a sera vivo tra pagani, dove vedo tutte le tenebre del paganesimo, non ho che ringraziare Dio per la luce del Vangelo da cui siamo illuminati. E con me dovrebbero ringraziare Dio anche tutte le persone tra le cui mani giunge questa precipitata relazione: oh sì, pregate, pregate sempre per le missioni e per i missionari, pregate per tutti questi milioni d'infedeli che vengono nell'ovile di Cristo dove solo è vita e verità. Noi soffriamo, lavoriamo, moriamo per la conversione di questo immenso popolo: siamo pronti a dare il sangue, come più di trenta l'hanno dato in questi ultimi anni, non temiamo le fughe precipitose, i nascondigli, le catene e le fucilate dei briganti o dei bolscevichi, a tutto siamo pronti per attirare alla Chiesa Cattolica infedeli e infedeli.
Queste le parole, oggi impronunciabili, di Mons. Gaetano Pollio (1911-1991) tratte da Diario del viaggio dall'Italia alla Cina, ovvero da Sorrento a Kaifeng, con-fine edizioni, 2019.
Mons. Pollio era originario di Meta di Sorrento. Fu missionario in Cina; arcivescovo di Kaifeng (Cina) dal 1946 al 1948, quando viene catturato dai comunisti e tenuto prigioniero fino al 1951 a regime durissimo; arcivescovo di Otranto dal 1960 al 1968; poi arcivescovo di Salerno dal 1969 al 1984.