martedì 29 ottobre 2019

Per il mese missionario

Da questo campo missionario, dove da mane a sera vivo tra pagani, dove vedo tutte le tenebre del paganesimo, non ho che ringraziare Dio per la luce del Vangelo da cui siamo illuminati. E con me dovrebbero ringraziare Dio anche tutte le persone tra le cui mani giunge questa precipitata relazione: oh sì, pregate, pregate sempre per le missioni e per i missionari, pregate per tutti questi milioni d'infedeli che vengono nell'ovile di Cristo dove solo è vita e verità. Noi soffriamo, lavoriamo, moriamo per la conversione di questo immenso popolo: siamo pronti a dare il sangue, come più di trenta l'hanno dato in questi ultimi anni, non temiamo le fughe precipitose, i nascondigli, le catene e le fucilate dei briganti o dei bolscevichi, a tutto siamo pronti per attirare alla Chiesa Cattolica infedeli e infedeli.

Queste le parole, oggi impronunciabili, di Mons. Gaetano Pollio (1911-1991) tratte da Diario del viaggio dall'Italia alla Cina, ovvero da Sorrento a Kaifeng, con-fine edizioni, 2019.

Mons. Pollio era originario di Meta di Sorrento. Fu missionario in Cina; arcivescovo di Kaifeng (Cina) dal 1946 al 1948, quando viene catturato dai comunisti e tenuto prigioniero fino al 1951 a regime durissimo; arcivescovo di Otranto dal 1960 al 1968; poi arcivescovo di Salerno dal 1969 al 1984.


mercoledì 23 ottobre 2019

Fu legale l'operazione?


In un villaggio di nome Levroux avendo voluto [Martino] ugualmente abbattere un tempio che una falsa superstizione aveva colmato di ricchezze, la folla dei pagani gli oppose resistenza [...]. E così si ritirò nelle immediate vicinanze; là per tre giorni, vestito del cilicio e coperto di cenere, in continui digiuni e orazioni, pregava il Signore, affinché la virtù divina distruggesse quel tempio, poiché la mano dell'uomo non aveva potuto abbatterlo. Allora si presentarono all'improvviso due angeli armati di lancia e di scudo a guisa di milizia celeste, dicendosi inviati dal Signore per fugare quella rustica moltitudine e portare aiuto a Martino, affinché nessuno, mentre il tempio veniva demolito, opponesse resistenza: ritornasse dunque e devotamente compisse l'opera intrapresa. Così riandato al villaggio [...] demoliva fin dalle fondamenta il tempio profano [e] ridusse in polvere tutte le are e le statue.

Tratto da Sulpicio Severo, Vita Sancti Martini [di Tours], XIV, cit. in Richard Fletcher (1944-2005), La conversione dell'Europa. Dal paganesimo al cristianesimo. 371-1386, trad. it. Tea, Milano 2003, p. 62.

Immagine: Ignoto, San Nicola distrugge gli idoli pagani, Monastero di Esphigmenou (Grecia)