sabato 3 aprile 2021

Ottimismo cattolico

La realtà della risurrezione, fondamento della fede e della speranza cristiane, è anche alla base di un atteggiamento tipicamente cattolico, ossia l’ottimismo.

 

Essere cattolico vuol dire anche essere ottimista, un tratto che differenzia il Cattolicesimo da larghi strati del Protestantesimo tradizionale, che sono marcati invece da un certo pessimismo teologico e spirituale. Essere ottimista non vuol dire non vedere la durezza della realtà quotidiana, o peggio disinteressarsene. Neppure significa essere idealisti, il che sarebbe contrario alla legge fondamentale dell’Incarnazione. Invece è proprio da questa che l’ottimismo cattolico prende le mosse, per essere poi definitivamente confermato dalla risurrezione di Gesù.
L’Incarnazione ci dice, infatti, che Dio ci ama moltissimo, che si prende cura di noi e interviene in nostro favore anche nelle situazione più disperate: <<Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui?>> (Rm 8,31-32). La risurrezione, poi, dimostra che chi sta con Dio alla fine vince sempre. Il mondo può attaccare il cattolico con tutte le sue forze e spesso può riportare vittoria in singole battaglie, ma alla fine Dio è più forte di tutto, persino della morte, come si vede nel destino glorioso del Messia. Di qui la fiducia e, appunto, l’ottimismo cattolico, che si basa sul concetto cattolico di redenzione come giustificazione effettiva e non solo forense del peccatore. Dio ci rende in Cristo di nuovo puri e capaci di compiere atti meritevoli per la salvezza. Perciò, grazie al Redentore risorto, noi possiamo guardare all’uomo e al futuro con più ottimismo, sebbene non in modo ingenuo.

Don Mauro Gagliardi, La Verità è sintetica. Cantagalli, 2017, p. 321-2.

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