sabato 8 aprile 2023

Meditazioni per il Sabato Santo

Uniamoci alla devozione con la quale Maria ed il discepolo diletto, la Maddalena e le sante donne ricevettero nelle loro braccia il corpo di Gesù, tolto dalla Croce da Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Con quale tenerezza d'amore Maria considerò tutte quelle piaghe, guardando ora le ossa slogate, ora le lividure di quel volto divino, ora le gocce di sangue stillante sulla fronte augusta incoronata di spine, e baciando quelle ferite! E il discepolo diretto, con quale trasporto di adorazione e di tenerezza, curvandosi sul sacro costato, sul quale aveva riposato la notte precedente, lo veniva baciando, e vedendolo aperto, oh come desiderava di entrarvi per gustarvi le dolcezze ineffabili della Redenzione che vi si celava nel mistero dell'amore infinito per l'umanità languente! E la Maddalena abbracciando quei sacri piedi, con quanto amore nuovamente li lava, li irriga delle sue lacrime ardenti e li asciuga con i suoi capelli, come allora quando aveva ottenuto il perdono delle sue colpe! Oh facciamo nostri i pii sentimenti di quelle sante anime!


I. Insegnamento che ci dà la sepoltura di Nostro Signore. - Questo mistero ci insegna: 1° come dobbiamo comunicarci. Dopo che il corpo adorabile di Gesù Cristo fu deposto dalla croce, Nicodemo reca cento libbre di unguento prezioso composto di mirra e di aloe per imbalsamarlo; Giuseppe d’Arimatea lo avvolge in un lenzuolo bianco per seppellirlo in un sepolcro nuovo, tagliato nella roccia, ove nessuno ancora era stato sepolto. Deposto nel sepolcro, questo si chiude con una pietra; vi si appone il sigillo dell'autorità pubblica e vi si pongono soldati a custodirlo. È così che, allorquando il corpo di Nostro Signore viene in noi per la santa comunione, noi pure dobbiamo imbalsamarlo con i profumi dei santi desideri, con gli aromi delle buone opere; offrirgli un cuore rifuggente del candore dell'innocenza, figurato nel lenzuolo senza macchia; una volontà ferma nel proposito di non mai più peccare, di cui è figura la pietra di roccia; una coscienza tutta rinnovata dalla penitenza; e dopo la comunione dobbiamo chiudere l'ingresso del nostro cuore alle seduzioni del peccato, con una pietra e col sigillo del santo raccoglimento; e aggiungervi la modestia, l'attenzione su di noi stessi, come altrettante guardie vigilanti, per impedire che ci venga tolto il tesoro prezioso che abbiamo ricevuto. Facciamo noi così?

Questo mistero ci insegna: 2° i tre caratteri che costituiscono la morte spirituale alla quale è chiamato ogni cristiano secondo la dottrina dell’Apostolo: Consideratevi come morti. Voi siete morti, e la vostra vita è nascosta con Gesù Cristo in Dio! Il primo di questi caratteri è di amare la vita nascosta e di considerarci come morti a tutto ciò che si dice o si pensa di noi, senza cercare né di vedere il mondo, né di esserne venduti. Gesù Cristo nella notte del sepolcro ci dà questa grande lezione. Che il mondo ci dimentica e ci calpesti, poco ci importa. Non dobbiamo inquietarci nel più che non s’inquieti un morto, poiché la felicità dell'anima cristiana è di nascondere la sua vita con Gesù Cristo in Dio. La nostra corrotta natura gridi pure di voler essere approvata, amata, tenuta in conto; si faccia pure un idolo della reputazione e dell'amicizia; noi dobbiamo lasciar gridare e fare orecchie da mercante. Quanto maggiore è il suo desiderio di volere la stima degli altri, tanto meno se ne mostra degna, e merita di esserne privata. Che la reputazione ci sia torta, che non siamo tenuti in alcun conto, che siamo vilipesi ed avuti in aborrimento; così sia pure, o Signore, sei Voi lo volete. - Il secondo carattere della morte spirituale, consiste nell'usare dei beni sensibili solo in quanto ci sono necessari, ma non attaccarvi alcuna importanza, né compiacerci della mollezza e degli agi della vita, dei gusti del palato, delle soddisfazioni della curiosità, che vuole tutto vedere tutto sapere; in una parola consiste nel considerarci come morti ai piaceri dei sensi. A questo secondo carattere bisogna aggiungervi un completo abbandono di se stesso alla Provvidenza; abbandono totale per cui, come un corpo morto, la si lascia agire senz'altro ragionare, senza nulla volere o nulla desiderare, indifferente a qualunque posto, e a qualsiasi occupazione. Quando perverrò, o Signore, a così alto grado di cristiana perfezione? Quando cesserò di amarmi? Quando sarò morto a me stesso, per vivere solamente Voi, Verità e Vita eterna?


II. Insegnamento che ci dà la discesa dell'anima di Gesù Cristo nel limbo. - Questo mistero ci insegna: 1° l'amore di Gesù per gli uomini. Nell'uscire dal sacro corpo, la sua santa anima avrebbe potuto riposare nel seno di Dio per dimenticarvi tutti i suoi dolori; ma l'amore che aveva per gli uomini, la fa discendere nel limbo per consolare i patriarchi e annunziare loro, che dopo 40 giorni li avrebbe portati con sé in paradiso. È così che l'amore di Gesù per noi non ha riposo. Dopo la morte, come durante la vita, fa gli uomini tutto il bene che può. Grazie, o Gesù! Mille volte grazie di tanta sollecitudine per il nostro bene!

Questo mistero ci insegna: 2° l'amore che deve attaccarci a Gesù. Alla vista di quest'anima santa, i giusti che lo aspettavano nel limbo non possono contenere i loro trasporti: scoppiano in canti di giubilo, di riconoscenza e di amore, e il loro cuore tutto si dona al loro divino Liberatore. Ecco i nostri modelli: come avremo noi meno riconoscenza ed amore a Gesù, morto per noi come per essi, a Gesù che ama noi, come siamo, e promette a noi come ad essi promise il suo paradiso?


tratto da: Hamon-Bertola, Meditazioni e colloqui eucaristici.

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