domenica 2 aprile 2023

Meditazioni per il Lunedì Santo

LUNEDÌ SANTO

Adoriamo Gesù Cristo così amante dei suoi apostoli, così paziente e compassionevole per i loro difetti, così generoso nei doni di cui li volle favorire, e che non ostante tanta bontà, fu da loro tradito, rinnegato, abbandonato. Adoriamo la sua misericordia, lodiamo e benediciamo la sua indulgenza per le debolezze umane.




I. Gesù tradito da Giuda. - Nostro Signore aveva ricolmato Giuda delle sue grazie, lo aveva fatto suo Apostolo e suo amico ed onorato del potere dei miracoli. Nell'ultima cena gli aveva lavato i piedi, si era dato tutto intero a lui mediante la comunione; ed ecco che invece di riconoscere tanti benefici, questo infelice lo vende ai Giudei per 30 denari, si pone alla testa dei nemici che vengono a prenderlo, e gli dà il perfido bacio, segnale convenuto per designare ai soldati colui che dovevano arrestare. Oh quanto fu doloroso questo tradimento al cuore di Gesù! Se è penoso, quando si ama, il non poter farsi amare, quanto non è più penoso il non ricevere in cambio dell'amore che ingratitudine e tradimento? Nostro Signore volle subire questa pena per consolare quelli, che beneficando altri, sono remunerati con l'ingratitudine e la perfidia, e per insegnar loro come debbano comportarsi in simili circostanze. Egli non oppone al tradimento di Giuda che bontà e dolcezza: Amico mio, dice a Giuda, quasi chi volesse dire: Se tu non mi ami più, io ti amo sempre, e sono altresì pronto a darti il perdono per l'ingiuria che mi fai senza motivo; e con ciò ha voluto insegnare a noi stessi di non mai adirarci anche contro quelli dei quali abbiamo più motivo di lamentarci, di avere compassione piuttosto che indignazione di ogni uomo che pecca, e di non disperare mai della divina misericordia, poiché Gesù Cristo conserva il nome di amico a Giuda anche dopo il delitto. Perché sei venuto a tradirmi? aggiunse il Salvatore. Quante domande in questo perché! Perché, o Giuda, per 30 denari hai voluto la maledizione di Dio e l'eterna dannazione? quale follia! Perché, o anima cristiana, tante sollecitudini, tante cure ansiose a soddisfare l'orgoglio, l'ambizione, la cupidigia? Che ti gioverà a tutto ciò? Perché tanta codardia nel servizio di Dio, tanta tiepidezza nella preghiera, tanto tempo perduto in conversazioni inutili, in frivole letture? Che ti gioverà tutto ciò? Perché tutta la vostra vita? Perché ciascuna delle vostre azioni? Quale è il fine? Quale ne sarà il frutto? Oh la irragionevolezza dell'uomo che pecca, dell'uomo che nel pensare e nell'operare si propone per fine ogni altra cosa, che non è Dio!


II. Gesù Cristo rinnegato da San Pietro. - Lasciamo al silenzio della meditazione a dirci il dolore che in questa circostanza ebbe a provare il cuore di Gesù, e meditiamo le istruzioni tanto utili che ci offrono la caduta e la conversione di questo Apostolo.


1° Ci istruisce la sua caduta. Essa ci insegna infatti: 1) a diffidare di noi stessi. S. Pietro cadde, perché ebbe molta confidenza nelle sue forze: così cadranno tutti i presuntuosi che contano troppo sulla loro virtù; 2) a non mai separarci da Gesù Cristo con il frequentare troppo il mondo e distrarci nei diletti fugaci ed ingannevoli che esso ci porge: S. Pietro non seguiva il Salvatore che da lontano; 3) ad evitare le occasioni: S. Pietro si fermò a conversare con le serve; 4) a premunirsi con la vigilanza e la preghiera: Gesù Cristo aveva raccomandato questi due mezzi e S. Pietro aveva invece dormito nel giardino degli ulivi; 5) a rialzarci prontamente dopo la prima caduta, senza di che si cade di abisso in abisso. Pietro al primo assalto aveva detto: Io non conosco quest’uomo. Al secondo aveva confermato con giuramento questa triste parola. Al terzo aveva confermato questo giuramento con delle imprecazioni. Così di caduta in caduta si va fino all'abisso, quando tardiamo a convertirci.


2° La conversione di San Pietro non ci stupisce meno della sua caduta. Essa ci insegna: 1) come Nostro Signore è buono: con uno sguardo penetra il cuore del suo Apostolo e lo converte. O sguardo preveniente! Pietro non ricerca Gesù, è Gesù che lo previene. Sguardo possente! rialza il coraggio di Pietro e gli fa versare un torrente di lacrime. Sguardo pieno di dolcezza! risparmia a Pietro la vergogna del suo delitto, e guarisce l'ulcera senza toccarla. Sguardo generoso! Gesù dimentica le proprie sofferenze per occuparsi della conversione del suo Apostolo, ritorna al suo servo dopo di esserne stato oltraggiato. Beato chi comprendendo la potenza di questo divino sguardo, sa esporgli le sue piaghe ed aprirgli il suo cuore! La conversione di San Pietro ci insegna ancora: 2) a piangere i nostri peccati, non per timore ma per amore; a piangerli amaramente, a piangerli sempre. Pietro pianse fino alla morte il peccato di aver rinnegato il suo maestro! E le sue gote portarono, finché visse, le tracce livide delle lacrime versate. Raccogliamo nel fondo del nostro cuore tutte le istruzioni che ci offrono la caduta e la conversione dell'Apostolo, e facciamone profitto.


III. Gesù abbandonato da tutti i suoi Apostoli. - Gli Apostoli, che avevano tante volte affermato di morire per Gesù Cristo, si perdettero di coraggio di fronte al pericolo e tutti lo abbandonarono. Apprendiamo da ciò: 1) quanto l'uomo è debole e misero per se stesso, e quanto poco ci vuole per fare venir meno le nostre migliori risoluzioni; quanto per conseguenza dobbiamo diffidare delle nostre forze, non contare su di noi, non esporci alle occasioni, ma vegliare e pregare continuamente per chiamare in nostro aiuto la grazia di Dio, la sola che può farci ben vivere. Impariamo: 2) a non contare sulle amicizie del mondo, e a non sgomentarci quando ci vengono meno. Gli Apostoli avevano tutti promesso a Gesù Cristo che non l'abbandonerebbero giammai; ed al primo segnale del pericolo fuggirono tutti. Se Gesù Cristo sopportò questo abbandono, sopportiamo ad esempio suo l'abbandono di quei medesimi, sui quali credevamo aver maggior diritto di contare; riponiamo tutta la nostra fiducia in Dio solo, che non ci abbandonerà mai: Egli ci resterà fedele in eterno; ed Egli solo ci basta.


tratto da: Hamon-Bertola, Meditazioni e colloqui eucaristici.

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