venerdì 7 aprile 2023

Meditazioni per il Venerdì Santo

Rechiamoci mentalmente sul Calvario; adoriamo Gesù innalzato in Croce per la nostra salute; ed alla vista del suo corpo, che è tutta una piaga, lasciamo traboccare dai nostri cuori la compassione, la riconoscenza, la contrizione, la lode e l'amore.


I. Il Venerdì Santo giorno di amore. - Se noi percorriamo con uno sguardo d’amore il divino Crocifisso vedremo che dai piedi sino alla testa, dal minimo battito del suo cuore sino alle più vive emozioni, tutto ci induce ad amarlo, e tutto ci grida: Mio figlio dammi il tuo cuore. Le sue braccia distese ci dicono che gli ci abbraccia tutti nella sua dilezione; la sua testa, che non potrebbe riposare che sulle spine dalle quali è coperta, si inclina verso di noi, per darci il bacio della pace della riconciliazione; il suo petto tutto pesto da colpi, si solleva per i battiti del cuore che l'amore agita ancora; le sue mani violentemente lacerate dalla pesantezza del corpo, i suoi piedi, la piaga dei quali si allarga a causa del peso che portano, il suo volto emaciato, le sue vene, da cui sgorga il sangue, tutte le piaghe infine di cui è coperto il suo corpo, formano come un concerto di voci che ci gridano: “Guardate quanto vi ho amato!”. E se potessimo penetrare nel suo cuore, oh noi lo vedremo tutto ripieno di amore per ciascuno di noi, come se non avesse da amare altri, chiedente misericordia per le nostre colpe, per i nostri peccati; sollecitante per noi tutti i soccorsi della grazia; offerente per noi al Padre il suo sangue, la sua vita, i suoi dolori interni ed esterni consumante negli ardori indicibili di un amore senza limite per la nostra redenzione. Oh amore! e sarebbe forse troppo morire di amore per un tanto amore? “O buon Gesù, dirò con S. Bernardo: niente mi tocca, niente mi muove, niente mi accende, niente tanto sollecita il mio cuore ad amarvi quanto la vostra santa Passione. Questo è ciò che più mi guadagna a Voi; che a Voi mi unisce più strettamente e più fortemente mi attacca”. Oh! quanto S. Francesco di Sales aveva ragione di dire che il monte Calvario è il monte dell'amore; poiché è là, che nelle piaghe del leone della tribù di Giuda, le anime fedeli trovano il miele dell'amore e che nel cielo stesso, dopo la bontà divina, la vostra santa Passione, o divina Redentore, è il motivo più potente, il più dolce, il più violento che rapisce di amore tutti i beati! Ed io dopo ciò, Gesù crocifisso, potrei vivere un'altra vita che non sia una vita di amore per voi?


II. Il Venerdì Santo giorno di conversione. - Per provare a Gesù crocifisso che l'amo veramente, fa d’uopo che io mi converta, cioè che sacrifichi ai piedi della croce tutto ciò che in me vi è dell'uomo, tutte le mie negligenze e tutte le mie tiepidezze, il mio amor proprio, il mio orgoglio, tutta quella delicatezza sì avida degli agi e dei piaceri, sì nemica di ciò che molesta e dispiace; quella suscettibilità che di tutto si offende, quello spirito di critica e di maldicenza che di ogni cosa trova a ridire; quella leggerezza, quelle distrazioni, per cui lo spirito non può raccogliersi e meditare sopra se stesso; quella intemperanza della lingua, che tutto l'interno espande e dissipa, tutto ciò insomma che non si accorda con l'amore che dimanda ai suoi Gesù crocifisso. Fa d’uopo sostituire a queste inclinazioni malvagie le sublimi virtù che la Croce insegna: l'umiltà, la dolcezza, la carità, la pazienza, l'abnegazione di se stessi. E tutto questo Gesù ce lo dimanda per mezzo di ogni sua piaga, come per altrettanti voci. E potrei io rifiutarmi? potrei conservare ancora i miei attaccamenti alle cose mondane e caduche quando lo vedo nudo sulla Croce, e non rivestirmi della sua nudità, dei suoi obbrobri farne il mio distintivo, della sua povertà le mie ricchezze, della sua confusione la mia gloria, e la mia gioia delle sue sofferenze?


tratto da: Hamon-Bertola, Meditazioni e colloqui eucaristici.

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